Il Piccolo, 27 dicembre 2008

TENSIONE ABITATIVA
Occupazione abusiva a Panzano: intervento dei vigili
A Natale la Polizia municipale sigilla l’alloggio di via Predonzani occupato da Gilberto Mattei


di TIZIANA CARPINELLI
Ha deciso di farsi da sè il regalo di Natale, autoassegnandosi l’alloggio sfitto di via Predonzani, a Panzano. Ma la sortita non è passata inosservata e nel breve arco di un paio di giorni i vigili urbani, lucchetto alla mano, hanno provveduto a sigillargli l’appartamento, impedendone ogni accesso. Protagonista della rocambolesca vicenda un cittadino che in questi anni ha combattuto – a suo dire «in nome dell’irrisolta tensione abitativa che si respira a Monfalcone» – diverse battaglie sociali a colpi di occupazione abusiva: Gilberto Mattei, già riottoso inquilino del fatiscente immobile di via Bosco, ovverosia Casa Mazzoli. «Il giorno di Natale – ha dichiarato ieri l’assessore alla Partecipazione civica Giordano Magrin – la Polizia municipale ha provveduto allo sgombero di un immobile a Panzano, che era stato illegittimamente auto-assegnato dal solito Mattei». L’abitazione in questione, di proprietà pubblica, si trova al civico 25 di via Predonzani. Mattei, che al momento dello sgombero non si trovava a Monfalcone e ha dunque appreso la notizia a fatti avvenuti, ha in prima battuta così commentato: «Ghe lasso all’assessor, se el ga passion, viver da cavernicolo nell’antro de via Bosco: mi no posso star lì sensa acqua e riscaldamento».
Stando a Mattei, per porre una soluzione alla sua situazione di «occupatore abusivo», il Comune gli avrebbe «suggerito il dormitorio pubblico di Gorizia o una camera d’albergo pagata dall’assistenza sociale». «Ma io non vivrò in un metro quadrato di stanza solo perchè nessuno si vuole occupare di me – ha commentato -. È un segnale, anche questo, che la tensione abitativa rappresenta un problema del tutto irrisolto. Comunque ho dormito lì appena una o due notti: negli ultimi due giorni sono stato fuori città perchè dovevo aiutare un’amica in difficoltà a Pordenone. Non appena arriverò a Panzano verificherò quanto accaduto e che fine hanno fatto le mie cose. Avevo perfino lasciato un biglietto sul davanzale della finestra, col numero di telefono per essere contattato…Non me ne frega niente – conclude – io ritornerò lì: non posso dormire in Casa Mazzoli, senza luce, servizi igienici e gas». La Polizia municipale ha reso noto che «è stato posto un lucchetto e sono stati sprangati gli usci: chi vìola i sigilli commette un reato punito all’articolo 633 del codice penale». Invasione di terreni o edifici pubblici o privati. Tra le pene previste, la reclusione fino a 2 anni.


il Piccolo — 12 novembre 2010 pagina 07 - GORIZIA 
Prima è stato sgomberato per aver occupato in modo abusivo un appartamento in viale Cosulich 119, poi ha trovato due dei quattro pneumatici della sua utilitaria forati. È successo ieri mattina a Gilberto Mattei. Martedì mattina un ufficiale giudiziario del Tribunale di Gorizia e l’avvocato dell’Ater avevano bussato alla sua porta per l’allontanamento coatto dal locale di edilizia popolare di Panzano, ma il provvedimento non gli era stato notificato così lo sgombero era stato rinviato di due giorni. Nonostante la denuncia presentata da Mattei nella quale spiega che l’incertezza della sua situazione abitativa gli cagiona problemi di salute, nella fattispecie stati d’ansia e sbalzi d’umore, puntualmente ieri mattina la scena si è ripetuta identica a quella dell’altro giorno. Si è ripetuta con un’unica differenza:_questa volta l’uomo è stato allontanato. Quando poi ha raggiunto la sua Panda posteggiata nelle vicinanze ha trovato una seconda sorpresa: le gomme del lato destro erano state forate. A Mattei non è rimasto da fare che presentarsi al commissariato di Monfalcone per sporgere denuncia per danneggiamento nei confronti di ignoti. Contemporaneamente ha ribadito agli agenti che i suoi problemi abitativi si ripercuotono sul suo stato di salute. Questa vicenda va avanti ormai da 12 anni. 

Ater: 399 famiglie in lista, 24 alloggi assegnati 
il Piccolo — 15 settembre 2010 pagina 06 - GORIZIA 
di FABIO MALACREA Settanta famiglie sotto sfratto, esecutivo o in attesa di sentenza da parte del Tribunale, almeno 500 famiglie in difficoltà per pagare l’affitto di cui solo 400 potranno ricevere un contributo. Poco meno di 400 famiglie in graduatoria da anni, con tutti i requisiti in regola, in attesa di entrare in un alloggio dell’Ater. E ancora uno stuolo di famiglie - centinaia - impantanatesi nell’emergenza-casa negli ultimi mesi per la perdita del posto di lavoro dell’unica fonte di reddito o per una consistente riduzione degli introiti mensili a causa della cassa integrazione. Non è esagerato affermare che oggi, a Monfalcone, almeno mille famiglie siano in sofferenza per il problema-casa. E, in questo quadro desolante, una goccia nell’oceano è rappresentata dagli alloggi consegnati dall’Ater in città: nei primi sei mesi dell’anno 24 su 399 domande valide, l’anno precedente ancora meno, 16 su 395, nel 2008 41 su 382 domande. Numeri che dimostrano come la necessità di trovare un alloggio a canone sociale sia sempre più pressante ma la risposta ancora troppo debole, come confermato peraltro dai cambi di alloggio avvenuti: 32 nel 2008 e solo 8 l’anno scoprso e nel primo semestre di quest’anno. Insomma, su cento nuclei monfalconesi in difficoltà, solo 8 riescono a ottenere una risposta. Gli altri devono aspettare. E vanno a ingrossare le fila di quanti non sanno come arrivare a fine mese. In questa realtà s’inserisce il fenomeno degli affitti in nero, dei nuclei familiari, soprattutto stranieri, costretti a condividere gli spazi e a dividersi i canoni, dei gruppi di lavoratori che convivono in uno stesso appartamento. Senza contare tutti coloro che, pur di avere una casa, si accontentano di spazi ridottissimi trovandosi poi nell’impossibilità di espandersi con l’arrivo dei figli. L’emergenza-casa non è un bluff a Monfalcone. Colpa di un mercato ”drogato” dai fenomeni dell’elevata immigrazione e del trasfertismo che ha fatto salire i canoni di affitto, arricchendo solo i proprietari di appartamenti e mettendo in crisi anche chi non soffre di particolari problemi economici. Una situazione, dunque, da ”bollino rosso”, come si evince dal costante aumento delle richieste di sostegno pervenute ai Servizi sociali del Comune a fronte però di una riduzione del Fondo sociale che rende difficoltosi anche gli interventi di ristrutturazione degli alloggi sfitti, con la conseguenza di una minore offerta di alloggi. In questa realtà, come ha rilevato di recente Sergio Donda, segretario del Sunia, «non c’è alcun bando per gli alloggi popolari, poichè si procede alle integrazioni delle graduatorie attraverso l’inserimento di quanti hanno subito uno sfratto esecutivo, mentre il precedente cda dell’Agenzia si era impegnato ad aprire entro l’anno un nuovo bando per Monfalcone, a fronte di una trentina di alloggi». La stessa Ater è consapevole di una situazione sempre più difficile da gestire. Tanto che, sul problema del cambio di alloggi, è costretta ad allagrare le braccia: «Gli strumenti a disposizione delle famiglie per porre rimedio a situazioni di disagio dovuti a insufficienza di spazi - scrive Ater - sono quelli che gli uffici dell’Ater continuano a suggerire: ovvero la procedura di cambio-alloggio, che essendo abbastanza complessa richiede tempi medio-lugnhi, oppure quella dello scambio consensuale di alloggio». Come dire: vedetevela un po’ voi.